Gestire il conflitto in coppia? Ecco come è possibile

Da sempre l’uomo cerca la ricetta per gestire il conflitto in coppia e forse è quella più difficile da trovare. Ogni coppia, anche quella più salda, vive conflitti più o meno aspri ed è del tutto normale. Il problema non è il conflitto in sé quanto riuscire a farlo rientrare, ritrovare un equilibrio e mantenerlo. Quando questo non succede, la rottura è altamente probabile. 
Ma come si può capire perché una coppia passi dall’amore e la condivisione alla guerra quotidiana di un conflitto logorante? Una spiegazione c’è. Quando una coppia entra in crisi o si separa, spesso sentiamo dire frasi come: “metterci insieme è stato un errore”. È possibile, quindi, che scegliamo di condividere una parte della nostra vita con una persona sbagliata? E cosa vuol dire sbagliata?
Andiamo per ordine. 
Quando due persone si incontrano, decidono di formare una coppia perché entrambe fanno quello che possiamo chiamare un monitoraggio affettivo sul futuro partner. È come se prendessero nota di tutte le caratteristiche dell’altro, con particolare attenzione a quelle positive. Non significa che le caratteristiche negative non siano visibili, ma inizialmente passano in secondo piano. Questo accade non perché l’essere umano sia sciocco, ma perché ognuno di noi ha dei bisogni che cerca di soddisfare anche tramite il partner che sceglie. Possiamo dire, quindi, che scegliamo il nostro partner in base ai nostri bisogni. 
Come mai, allora, arriva il momento in cui nasce il conflitto e può diventare ingestibile?

I bisogni cambiano, i comportamenti no

Ognuno di noi ha delle caratteristiche ben precise, che si modificano nel tempo, ma non è vero che cambiamo radicalmente. Un’altra frase che sentiamo pronunciare spesso dalle coppie in crisi è “sei cambiato/a”, ma non è sufficiente a spiegare l’attrito con il partner. Piuttosto dovremmo dire che cambiano i bisogni nel corso del tempo e della fasi della coppia. 
Prendiamo un esempio: in una coppia in cui un partner è tendenzialmente autonomo e l’altro dipendente, la scintilla si accende proprio per questo motivo. L’autonomo vuole soddisfare il bisogno di avere pieno controllo su ciò che fa e, assumendosi tutto il carico di responsabilità che deriva dalla gestione di tanti aspetti, soddisfa anche il proprio bisogno di prendersi cura del partner. Viceversa, il dipendente vede nell’autonomo la persona giusta a cui appoggiarsi, proprio in virtù della sua capacità di decidere su tanti fronti, avere il controllo di tutto ed essere indipendente. 
È frequente che questo tipo di rapporto tenda ad alimentare gli aspetti dominanti di entrambi: il dipendente diventa sempre più dipendente, mentre l’autonomo si sente schiacciato dalla responsabilità di dover pensare a tutto, senza aver nessuno che faccia lo stesso nei suoi confronti. L’autonomo arriva a un punto in cui vorrebbe avere un partner pronto ad accudirlo, ma non vede soddisfatto questo bisogno e spesso non riesce nemmeno a comunicarlo nel modo giusto. Al contempo, il dipendente non riesce ad andare incontro al bisogno del partner, perché non sa come farlo.
Ecco dove si innesca il conflitto: i bisogni cambiano nel corso del ciclo vitale della coppia, mentre i pattern di comportamento spesso rimangono gli stessi.

“È colpa tua!”, “No, è colpa tua!”

Una delle cose che accadono più spesso nei litigi e nelle crisi di coppia è darsi le colpe a vicenda. Ognuno dei partner non riesce a mettere a fuoco la sua responsabilità e incolpa l’altro di essere la causa del problema che porta la coppia al litigio. In gergo tecnico è quello che viene chiamato conflitto di attribuzione. 
È un meccanismo che ci serve per difenderci, per tirarci fuori dalla responsabilità di aver contribuito all’innesco del conflitto. Lo mettiamo in atto anche perché non è facile riuscire a fermarci, provare a mettere a fuoco la situazione e ammettere che proprio un nostro comportamento può aver scatenato una discussione o permesso a un conflitto di sedimentarsi. Com’è possibile riuscirci?

 

Come gestire il conflitto di coppia con il counselling e la mediazione familiare

Se una coppia pensa di averle provate tutte ma il conflitto rimane, può essere il momento di rivolgersi al counselling di coppia e mediazione familiare. Proprio perché non è facile riuscire a individuare le proprie responsabilità e, ancor prima, i propri bisogni, un professionista della relazione di aiuto è in grado di dare l’adeguato supporto a ogni tipo di coppia. 
Torniamo all’esempio della coppia in cui un partner tende a essere autonomo e l’altro dipendente. Con buona probabilità non si renderanno conto da soli di questo equilibrio tra loro. Un counselor e mediatore familiare è in grado di riconoscere queste caratteristiche nei singoli e decifrare come vengano messe in atto in coppia. Dopo aver raccolto questi dati tramite racconti, osservazione della coppia e delle dinamiche di comunicazione tra i partner, è in grado di portare ognuno di loro al riconoscimento di se stesso, innanzitutto. Ecco come in maniera autonoma potranno capire quali responsabilità hanno nella coppia, nel conflitto e come migliorarsi per evitarlo. 

Rinegoziare il rapporto e fare nuove esperienze

Ognuno di noi agisce in base alle proprie esperienze: siamo il frutto di ciò che ci è stato insegnato, dello stile di attaccamento che abbiamo sviluppato nella nostra infanzia. Per questo spesso inseriamo il pilota automatico e replichiamo dei comportamenti come fossero ormai abitudinari. Non ne conosciamo altri e non sappiamo come metterli in pratica. 
Per questo, capire che comportamento mettiamo in atto fa sì che riusciamo anche a cambiarlo. Counselling di coppia e mediazione familiare attivano in noi la capacità di farlo, quando non ne siamo in grado da soli. Ci mettono di fronte alla possibilità di fare esperienze diverse per migliorare gli equilibri della nostra vita quotidiana. 
Mettere in atto dinamiche nuove è frutto di una rinegoziazione del rapporto: i partner sono in grado di esprimere le proprie esigenze individuali all’interno del perimetro della coppia. Saperle comunicare mette i partner in grado di confrontarsi e trovare insieme la soluzione migliore.
La chiave per la felicità della coppia passa, quindi, da un rinnovamento costante, dalla voglia di mettersi in gioco e cambiare guardando nella stessa direzione.

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